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Il mercoledì è il giorno in cui cade il mio turno di volontariato al Punto Ageop. Sapere che la bottega solidale riaprisse di mercoledì è stato come un naturale ritorno alla quotidianità, interrotta ormai da tante settimane.

Mi chiamo Iris e sono Volontaria Ageop da circa 10 anni. Tornando a fare volontariato mi sono sentita benissimo. Sono sempre stata una persona molto dinamica, anche per questo mi piaceva tanto il mio lavoro. Sono un’ex infermiera e, come abbiamo potuto vedere durante l’emergenza COVID-19, è un lavoro che ti porta a fare turni lunghi, dove bisogna essere in continuo movimento e con la mente lucida. Ho provato molta empatia verso gli ex colleghi che hanno dovuto affrontare questo intenso periodo: non sono mancate le telefonate per scambiarsi parole di forza. Ma è mancata la sensazione di poter aiutare, se non attraverso il mio lavoro, con il volontariato. Per questo ero entusiasta alla notizia della riapertura del Punto Ageop.

In questi anni si è creato un bel gruppo con i volontari del Punto: c’è molta sintonia sia durante il turno, che all’esterno. Infatti ci siamo sempre tenuti aggiornati mentre eravamo a distanza: tra messaggi e telefonate abbiamo sempre mantenuto il rapporto vivo! Non ci siamo mai fermati del tutto perché la nostra testa (e le mani di noi creative) erano in continua azione per preparare le idee per il prossimo natale. Io, ad esempio, faccio delle composizioni miste con fiori freschi, secchi e di stoffa.

Inoltre a breve riprenderanno le cerimonie: quanto mi è mancato creare le composizioni per le bomboniere solidali!!

Parte del mio turno di volontariato al Punto si svolge anche all’interno del negozio, dove posso aiutare i clienti nella loro scelta. Spesso non è solo un seguire nell’acquisto, ma si trasforma in un momento di scambio. Perché il Punto Ageop è si una bottega solidale, ma anche un luogo di incontro tra il mondo dell’oncologia pediatrica e il mondo esterno, tra i racconti di chi ha la possibilità di aiutare dall’interno e chi desidera dare il proprio contributo per far si che questo aiuto di concretizzi. Mi piace ascoltare le storie di chi entra, e sono sempre felice di raccontare come nascono i nostri manufatti: storie di mamme, di incontri tra associazioni, di creazioni dei volontari.

Certo, tutto è molto diverso da come era prima. Bisogna imparare a convivere con il virus e per salvaguardare la salute di tutti abbiamo adottato tutte le misure di sicurezza per garantire un ambiente sempre sanificato. Ma la riapertura è stato un bellissimo segnale, sia per noi volontari che per la cittadinanza. Ageop è sempre stata attiva in questi mesi in cui tutto si è fermato. Anche se non ha potuto fisicamente essere presente all’esterno con banchetti ed iniziative, all’interno del Reparto e delle Case Accoglienza ha sempre continuato a sostenere l’assistenza per piccoli pazienti oncologici e le loro famiglie.

Il volontariato ha sempre fatto parte della mia vita; fin da quando ero piccola mia mamma mi ha sempre coinvolto in diverse attività. Da adulta ho continuato a farlo perché mi da modo di poter sostenere le cause in cui credo grazie alle mie capacità: la creatività, l’empatia e la dinamicità. La noia non so cosa sia!