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“Non si può ridurre il libro di Fernanda De Mare ad una testimonianza, perché della sofferenza di Nicole, dell’ingiustizia della sua malattia non si può essere semplicemente testimoni, ancor più se si è legati da vincoli di affetto profondo.
L’amore e la delicatezza con cui Fernanda racconta emozioni e sentimenti profondi commuove ma non stravolge, perché il rispetto con cui affronta una storia quasi impossibile da raccontare è rispetto anche per il lettore. Lo aiuta a comprendere, ad accogliere senza evitare la commozione, ad ascoltare senza pregiudizi, lasciando spazio alle sue emozioni. Spesso il dolore insegna ad entrare meglio in una relazione umana ed empatica con gli altri ed è ciò di cui le persone hanno necessità. Alla fine del libro facciamo tutti parte della famiglia di Nicole, siamo vicini a Gabriella e Stefano, sentiamo la potenza del legame tra le tre sorelle, donne e madri.


Per noi di Ageop è stato bello conoscere anche un altro aspetto della vita di Nicole, la vita “di prima”. Perché quando è arrivata al S. Orsola, il glioma aveva già limitato le sue interazioni e i suoi movimenti.


I suoi giovani genitori, nonostante l’ingiustizia di ciò che stavano vivendo, erano sempre grati di quello che avevano trovato qui: l’ospitalità gratuita, i premi che sceglievano loro dal nostro armadio e che portavano in stanza a Nicole, i volontari in reparto, i trasporti dalle case. Il papà ci diceva che qui c’è una realtà fortunata, in cui la malattia non è un tabù o una condizione che tiene lontane le persone.


Quando Nicole è morta hanno raccolto fondi per noi e hanno scritto “questo è da parte di Nicole”; l’inestimabile eredità della loro bimba per Ageop, per gli altri bimbi. Come operatrice desidero ringraziare Fernanda a nome dell’associazione per aver scelto di devolvere ad Ageop l’intero ricavato del libro che vi invito a leggere. Come genitore che ha vissuto la stessa perdita, sono grata a Fernanda per averci donato una narrazione così bella e così intima e per spiegarci così bene quanto sia importante esprime le emozioni.


Infandum, regina, iubes renovare dolorem (tu mi costringi, o regina, a rinnovare un indicibile dolore. Virgilio, Eneide); spesso le persone mi chiedono: con quello che hai vissuto come fai a stare lì ad ascoltare gli altri genitori? No, non si rinnova il proprio dolore, se ne accoglie un altro. Il dolore è indicibile quando è stato compresso, nascosto, non detto. Invece, quando è narrato e reso dicibile, lo si affronta e lo si elabora. Tutte le emozioni si possono trasformare in qualcosa di diverso, che ci fa crescere.


Leggere “Non aver paura” sarà accogliere; come quando si accoglie un maestro di vita, che pone delle domande, per le quali forse non avrete le risposte ma su cui potrete ragionare con la consapevolezza che costruirete un percorso insieme a qualcuno che porta un dono: la narrazione di sé.”

Francesca Testoni

Trovi il libro “Non avere paura” di Fernanda de Mare sullo shop Ageop.